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Barbecue - Recensione

14/09/2014 | Recensioni |
Barbecue - Recensione

Può apparire stano che un infarto possa essere visto come “una delle cose migliori della vita”, ma è quello che accade al protagonista di Barbecue: Antoine, cinquant’anni, bello, benestante, sposato a una donna affascinante, un figlio e un gruppo inseparabile di amici che conosce da trent’anni e con i quali condivide piacevoli barbecue a scadenze regolari.
La storia prende le mosse proprio dall’infarto del protagonista, un evento in apparenza drammatico ma che in realtà segna un decisivo e positivo giro di boa.
Antoine (Lambert Wilson) ha appena compiuto cinquant’anni ed è un tipo salutista, maniaco del cibo sano, dello sport e incline alla scappatella con ragazze molto più giovani di lui. Proprio durante una maratona insieme agli amici, viene colpito da un infarto. Ripresosi, Antoine decide che è arrivato il momento di cambiare vita: basta diete ipocaloriche, basta privazioni, stop alle regole e alla cautela. E’ giunto il momento di godersi la vita con gli amici di sempre, gustare cibo e buon vino. E così Antoine parte con gli amici per una vacanza in un bellissimo casale in montagna.
Barbecue, una bella parola, almeno secondo il regista Eric Lavaine (che torna alla regia dopo l’ultimo e poco riuscito Benvenuti a bordo del 2012): un vocabolo che ha un bel suono e che evoca un’immagine di amici e famiglia, che fa pensare immediatamente al bel tempo e alle vacanze, ai piaceri semplici e al trascorrere del tempo insieme. E ha ragione nel sottolineare come effettivamente il barbecue sia sinonimo di gruppo, di compagnia, di allegra brigata: avete mai visto qualcuno fare il barbecue da solo?
Cibo, socialità, amici e ancora bugie, tradimenti, riconciliazioni. Ci risiamo, ancora una volta la commedia francese imbocca una strada che si è rivelata molto fortunata negli ultimi anni (nonché portatrice di incassi stellari in terra d’Oltralpe). Dopo il convincente Piccole bugie tra amici di Guillaume Canet e il gioiellino Cena tra amici di Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, ecco ancora riuniti un gruppo di amici in una vacanza (come nel primo film) che culmina con una cena decisiva dove tutti i non-detti, gli ‘altarini’, i conflitti tenuti a bada, escono fuori impietosamente (come nella seconda pellicola).
Nel piccolo campionario di tipi umani degli habitué del Barbecue ce n’è per tutti i gusti: dall’amico che ha problemi di lavoro che tiene nascosti alla moglie, al ‘perfettino’ competitivo con moglie intenta a inseguire il mito dell’eterna giovinezza, dalla coppia fresca di separazione che si fa dispetti a vicenda, fino al più umile meccanico, animo candido e gentile, saggio e un po’ ingenuo ma campione di bontà d’amino, l’unico che sembra aver trovato una serenità tutta sua.
La commedia gira intorno a situazioni molto reali (il tradimento scoperto per caso, il figlio dell’amico che sta smarrendo la retta via) e utilizza gli stessi ingredienti collaudati da precedenti di successo, a partire dall’amicizia vista come “famiglia”, punto di riferimento, valvola di sfogo ma anche di divertimento. Momenti clou sono proprio le lunghe mangiate che da tempo hanno sostituito il sesso in coppie ormai ultracinquantenni (a questo proposito una grande verità è messa in bocca al protagonista Antoine: “la tenerezza sostituisce il sesso nelle vecchie coppie, come il cibo lentamente prende il posto delle cazzate fatte con gli amici”). 
Al di là di una certa dose di ‘già visto’, il film ha comunque il pregio di scorrere via leggero, delicato, elegante, sottilmente divertente, condito da dialoghi brillanti, talvolta acuti, spesso frizzanti, tra splendide location, buon cibo e vini pregiati (anche se usati per sbaglio per fare un’ottima sangria).
Il cast aggiunge sapidità alla collaudata ricetta, a partire da un fascinoso Lambert Wilson nei panni del protagonista Antoine, cinquantenne in forma smagliante, ben contornato da un gruppo di amici sui cui spiccano per bravura Florence Foresti nei panni della neo-separata e inguaribile tifosa di calcio Olivia, Guillaume De Tonquedec in quelli del logorroico Yves e Franck Dubosc in quelli del neo-divorziato e gelosissimo Baptiste.
Un piatto leggero e piacevole, forse non molto originale, ma condito dalla giusta spolverata di sale a fine cottura: come una bella bistecca cotta a puntino al barbecue.

Elena Bartoni
 

 


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